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al testo di Laura Turra
S’inautunna settembre
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Di questo tacere ne ho fatto una stretta al cuore – snodo che non risolve – La luce fa ancora le cose da guardare sebbene la pioggia.
S’inautunna settembre dietro i vetri che mostrano assenze. Resteremo cielo coperto – o giornata muta – un intero universo sotto le palpebre chiuse.
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Laura Turra
- 03/09/2018 21:38:00
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Gil carissimo, sei il mio più affezionato lettore e la mia gratitudine nei tuoi confronti è grande. Credo che commenti come questo possano venire solo da un’attenzione e da una capacità di ascolto profonde. Hai detto tutto quello che di bene si poteva dire e anche di più, oltre ad aver messo a fuoco alla perfezione il senso dei miei versi. Grazie davvero di cuore. Per quanto riguarda il termine “inautunnarsi” non so se esista (per questo è in corsivo nel testo). Di sicuro esiste “invernarsi” e da lì l’ho derivato. Un abbraccio grato, Gil, ricambio l’affetto che continuamente mi viene dalle tue parole.
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Gil
- 03/09/2018 20:45:00
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Semmai si può dire di un poeta, poiché chi può dire quale sia la vetta espressiva ch’egli raggiungerà, che nella sua scrittura ha creato il proprio capolavoro, dovremmo adesso dirlo di Laura Turra che, con questi versi, forse davvero ha saltato da una balza espressiva ad un’altra più elevata. "S’inautunna settembre/dietro i vetri che mostrano assenza". " imautunnarsi" è una parola "nuova", un parola giovane, che personalmente incontro per la prima volta in questi versi di Laura Turra, però non so se sia un neologismo inedito inventato da Laura oppure già coniato e di altro autore, che qui sembra risuonare come inabissarsi, non solo per similitudine di suono, però per quel discendere in un silenzio che stringe il cuore - una rassegnazione che non scioglie la nostalgia della mancanza -, anche se non rende muta la luce che ancora rivela ciò che di bello dellintorno si è amato, la natura gli affetti la memoria. "La luce fa ancora le cose da guardare/sebbene la pioggia", la pioggia dautunno qui metafora di un pianto che (forse) è il segno di distacchi affettivi: "dietro i vetri che mostrano assenze". Allora emozione e fa male quel dire del poeta verso la chiusa, un dire che ancora una volta mostra la grandezza ed il talento poetico della Turra: "Resteremo cielo coperto/– o giornata muta – /un intero universo sotto le palpebre chiuse.". Ora che le parole degli ultimi tre versi li abbiamo letti, ci appare "evidente" la coincidenza metaforica del contenuto con lesperienza umana che vi può essere alla radice: un distacco affettivo, una lontananza damore, una libertà di essere coniugata in responsabilità; ma appunto ora che li abbiamo letti tutto ci appare ovvio, scontato, ma proprio questa è lopera del genio creativo: dare voce o corpo allo straordinario mostrandolo come ordinario (o viceversa) e questo, a mio avviso, avviene qui con Laura Turra: lei ha trovato parole ed immagini, che ora sentiamo nostre, "normali" - "Resteremo cielo coperto o giornata muta, un intero universo sotto le palpebre chiuse" (è questo linautunnarsi di settembre, questo obbligato "letargo" del cuore, questo sonno dellanima appena tornata da un estate di cieli azzurri e mari sconfinati). Si provano i brividi sulla pelle quando sincontrano bellezza e genialità.
Chiedo scusa di tutto, commento caotico e frammentario, "rateizzato"; invoco clemenza.
Dev.mo
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Gil
- 03/09/2018 17:47:00
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Chiedo scusa a Laura e ai suoi lettori: stavo scrivendo il commento dal cellulare, credo sia partito un invio non voluto e ripetuto; mi scuso ancora, appena mi sarà possibile completerò il mio pensiero.
Grazie
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Gil
- 03/09/2018 17:44:00
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Semmai si può dire di un poeta, poiché chi può dire quale sia la vetta espressiva chegli raggiungerà, che nella sua scrittura ha creato il proprio capolavoro, dovremmo adesso dirlo di Laura Turra che, con questi versi, forse davvero ha saltato da una balza espressiva ad unaltra più elevata. "Sinautunna settembre
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Gil
- 03/09/2018 17:44:00
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Semmai si può dire di un poeta, poiché chi può dire quale sia la vetta espressiva chegli raggiungerà, che nella sua scrittura ha creato il proprio capolavoro, dovremmo adesso dirlo di Laura Turra che, con questi versi, forse davvero ha saltato da una balza espressiva ad unaltra più elevata. "Sinautunna settembre
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